Da decenni è stato riconosciuto al glicole propilenico un effetto glucogenico nei ruminanti. Attualmente viene comunemente somministrato alle vacche in lattazione per diminuire le concentrazioni di NEFA e BHBA nel sangue periferico e ridurre il rischio di insorgenza di chetosi nelle prime settimane di lattazione.
Per approfondire gli effetti metabolici dell’uso del glicole , Kristensen e Raun (J. Dairy Sci., 2007, 90:4707-4717) hanno confrontato gli effetti su alcuni parametri metabolici ruminali ed ematici delle somministrazioni di 650 g/capo giorno di glicole propilenico.
È stato evidenziato in questo studio che una parte del glicole passa inalterata e viene assorbita dall’intestino, mentre la restante viene convertita e assorbita come acido propionico e propanolo nel rumine. La quota che by-passa (>50%) dipende dalla modalità di somministrazione ed è molto più elevata se il glicole viene dato per via liquida o in dosi concentrate come drench.
La somministrazione di glicole propilenico non ha avuto alcun effetto sul pH ruminale e sulla concentrazione totale di acidi grassi volatili, mentre si è osservata una variazione dei rapporti tra acido acetico e acido propionico. Le vacche che hanno ricevuto il glicole, infatti, presentano valori di acido propionico più alti e concentrazioni totali di acetico leggermente inferiori.
Per quanto riguarda il profilo metabolico sono stati determinati, nelle vacche trattate, concentrazioni di glucosio maggiori e livelli di BHBA e acetato più bassi. La concentrazione ematica di insulina è stata nettamente superiore in seguito alla somministrazione di glicole propilenico. I dati dello studio suggeriscono che gli effetti metabolici del glicole propilenico coinvolgono due modalità d’azione. In primo luogo fornisce substrati glucogenici che seguono la via del ciclo di Krebs, in secondo luogo viene migliorata l’attività insulemica, incrementando la disponibilità di glucosio per il metabolismo.
Pertanto i fattori metabolici che influiscono sulla domanda di glucosio periferico sono indotti direttamente da un aumento del livello ematico di glicole propilenico e determinano una diminuzione del rapporto tra metaboliti chetogenici e glucogenici che inibiscono la lipolisi e riducono l’accumulo dei corpi chetonici.
Il glicole propilenico, risulta quindi un ottimo alleato nella fasi più critiche della vacca (inizio lattazione, periodo estivo) quando, cioè l’animale ha una minore ingestione in concomitanza ad una elevata richiesta energetica. La capacità energetica di questo alimento, può essere amplificata quando miscelato con altre fonti energetiche come ad esempio glicerolo o melasso.
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