E’ ben nota l’importanza di fornire alle bovine la condizione di stalla più idonea possibile al loro sistema fisiologico, in modo da ottimizzare la produzione di latte. Quali sono i fattori climatici da tenere sotto controllo? Ed in che modo?
UMIDITÀ DELL’ARIA
Un elevato tasso di umidità associato ad un’elevata temperatura dell’aria può risultare una situazione stressante, oltremodo, l’umidità favorisce anche la moltiplicazione di batteri, parassiti e soprattutto di muffe. L’ottimale umidità relativa dell’aria per gli animali da reddito nell’agricoltura va dal 50% all’80%.
Per misurare l’umidità ambientale si può utilizzare uno psicrometro, procedendo a misurazioni ravvicinate (intervallo di misurazione < un’ora) per un periodo sufficientemente lungo. Un modo semplice per riconoscere una situazione climatica non idonea è: se entrando in stalla si è stimolati a tossire l’umidità è troppo bassa ed associata ad elevata polverosità; se invece dovessero esserci chiari segnali come condensa sul soffitto, sulle pareti e sui pavimenti, l’umidità è eccessiva.
MOVIMENTO DELL’ARIA
Il movimento dell’aria, combinato con la temperatura, esercita un influsso decisivo sulla possibilità degli animali di liberare calore in situazioni di caldo eccessivo e di evitare ipotermie in presenza di temperature basse. Per questo motivo, è necessario aumentare adeguatamente il movimento dell’aria quando la temperatura è elevata e, viceversa, offrire possibilità di riparo quando la temperatura si abbassa. Il movimento dell’aria può essere misurato mediante un anemometro. La circolazione dell’aria deve essere misurata nell’area in cui gli animali soggiornano principalmente, se si presentano zone che le bovine evitano, è un chiaro segnale di clima scorretto (ad es. correnti d’aria). Le correnti d’aria nel settore di riposo possono causare in varie specie di animali da reddito una diminuzione del rendimento o un aumento della predisposizione alle malattie. D’altro canto una circolazione insufficiente dell’aria porta alla concentrazione di gas nocivi come l’ammoniaca.
POLVERE
Particolarmente problematica è la polvere fine che s’introduce negli alveoli polmonari (dimensione delle particelle < 5 μm), depositandosi nei polmoni provocando irritazioni meccaniche e fisicochimiche con conseguenti danni. Inoltre i gas nocivi, i microrganismi e le sostanze velenose prodotte dai batteri (endotossine) si legano alle particelle di polvere e vengono così trasportate nei polmoni. Per misurare l’andamento della concentrazione delle particelle sospese possono essere impiegati, ad esempio, fotometri a dispersione oppure strumenti di misura TEOM. Poiché la concentrazione di particelle sospese può oscillare durante il giorno o variare da un giorno all’altro, la concentrazione media su un lasso di tempo di 24 ore va determinata con misurazioni quasi continue per almeno una settimana. Le misurazioni riguardano le frazioni di polvere inalabili (dimensione delle particelle < 10 μm).
ILLUMINAZIONE
La luce del giorno adempie ad importanti funzioni fisiologiche come irradiamento ultravioletto, ritmo giorno/notte, stimolazione delle ghiandole sessuali. La luce del sole non può essere quindi integralmente sostituita dall’illuminazione artificiale, ma un’intensità luminosa insufficiente ha effetti negativi sulla fertilità degli animali, inoltre, l’intensità luminosa minima obbligatoria deve consentire agli animali l’orientamento visivo nella stalla. La misurazione dell’intensità luminosa deve avvenire all’altezza della testa dell’animale con un luxmetro corretto riguardo ai colori, in grado di misurare la luce incidente secondo la legge del coseno.
Questi sono gli aspetti fondamentali che determinano un ambiente adeguato al benessere animale, per qualsiasi informazione o valutazione chiedi il supporto dei tecnici specializzati Cortal.
Ti è piaciuto l’articolo? Iscriviti alla newsletter Cortal per ricevere altri approfondimenti: