Come esistono specifiche per il calcolo dei fabbisogni di energia, proteine e carboidrati esistono anche dei precisi sistemi di calcolo della nutrizione minerale. Le raccomandazioni dell’ NRC 2001(National Research Council), infatti, fungono da linee guida per evitare di scendere sotto ai livelli minimi e non incorrere in carenze di tipo clinico.
I minerali vengono distinti in
–Macroelementi: elementi i cui fabbisogni si misurano in grammi come calcio, fosforo , sodio, cloro, potassio, magnesio e zolfo. Sono costituenti fondamentali delle molecole biologiche e svolgono ruoli indispensabili all’interno dell’organismo (equilibrio acido-base, pressione osmotica, attività nervosa e muscolare, sintesi proteica, ecc.)
–Microelementi e oligoelementi: sono elementi chimici presenti solo in piccole tracce nell’organismo ma rientrano come costituenti basilari in molte reazioni fisiologiche dell’organismo. Compongono enzimi, ormoni, vitamine come ad esempio lo iodio che è coinvolto nella sintesi dell’ormone tiroideo. I più importanti sono: cobalto, rame, iodio, ferro, manganese, molibdeno, selenio e zinco.
Solitamente i macro e micro elementi contenuti nella razione, non sono sufficienti a supportare le elevate produzioni dei bovini da latte che vanno dunque integrati secondo apporti specifici considerando opportuni “limiti di sicurezza”.
E’ importante ricordare che non sono solo le carenze a determinare il peggioramento delle performance produttive dello stato sanitario, ma anche gli eccessi (es: l’intossicazione cronica da rame ha quasi sempre un esito letale) e le interazioni dei minerali a livello intestinale (es: eccessi di fosforo limitano l’assorbimento del calcio).
Esiste poi, un vero e proprio fabbisogno ruminale per la regolazione del pH (azione tampone del sodio bicarbonato o alcalinizzante dell’ossido di magnesio), inoltre, alcuni elementi come il fosforo sono costituenti di batteri ed altri componenti del microbioma ruminale.
Bisogna ricordare che i minerali presenti nella dieta non vengono del tutto assorbiti. Ciò dipende dalla biodisponibilità, cioè la frazione di un nutriente che l’organismo è in grado di assorbire e utilizzare, e dal tipo di molecola in cui l’elemento è contenuto. Ad esempio i solfati rendono gli elementi più biodisponibili rispetto agli ossidi o ai carbonati (es: lo zinco solfato è una forma di zinco più biodisponibile rispetto all’ossido di zinco).
E’ fondamentale dunque conoscere il bilancio minerale degli alimenti in razione per evitare carenze e/o intossicazioni, in modo che la dieta sia adeguata allo stadio produttivo dell’animale specialmente nelle fasi di asciutta e lattazione.
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